CONTEMPORARY

18 Febbraio 2012
...mentre l'aggettivo 'moderno' risulta splendidamente aderente al suo significato pur assecondando il passare del tempo, l'accezione 'contemporaneo' è odiosamente vuota di significato.
Se contemporaneo è l'oggetto che vive il suo tempo qual è il suo tempo? È misurabile? Se si quanto dura?
Se il tempo contemporaneo è il presente, la vita di un oggetto contemporaneo dura l'attimo della presa di coscienza dell'evento presente, dunque nell'attimo successivo muore o, meno crudelmente, termina la sua tensione temporale. Un oggetto progettato, costruito e nato dall'ispirazione verso il tempo presente si gioca tutto alla prima impressione, poichè la sua vita è troppo breve perché possa raccontare di più, al contrario l'oggetto di ispirazione 'moderna' vuole arrogantemente tendere al futuro, vuole trasformarsi, vuole estendere la sua tensione temporale più che può, fino ad un istante prima che l'elastico si strappi.
Oggi l'architettura cosiddetta 'contemporanea' ha sviluppato una tendenza assolutamente invasiva verso il linguaggio preesistente, ha dovuto ricorrere alla violenza bruta pur di rendere il più evidente possibile il suo breve passaggio, quasi emulando i più efferati delitti di sangue e l'interesse morboso che ne segue.
Ma il problema è che l'architettura non è un'arte declinabile esclusivamente al presente, è un'arte che non appartiene al tempo della sua nascita ma a quello a cui tende (che può anche essere il tempo in cui nasce), perchè il suo prodotto, l'edificio, per sua natura, per ovvie ragioni economiche e sociali, per il problema compositivo, è una presenza costruita per durare.
L'architettura 'contemporanea' non esiste e se esiste è un errore grammaticale...

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